Come insegnante la domanda che mi faccio sempre prima di ogni argomento è la stessa :
-Cosa devono fare i miei alunni per scoprire i processi, per costruire o inventare le regole o i concetti?
Quello che devo dire io viene dopo!
In tutto questo le tecnologie tattili e digitali sono strumenti che mettono in moto i processi e i cambiamenti. Fare è pensare, le mani sono uno strumento del conoscere.
Questo non è una novità, Piaget sosteneva che “l’intelligenza è un sistema di operazioni…l’operazione non è altro che azione: un’azione reale, ma interiorizzata, divenuta reversibile, perchè il bambino giunga a combinare delle operazioni, si tratti di operazioni numeriche o di operazioni spaziali, è necessario che abbia manipolato, è necessario che abbia agito, sperimentato non solo su disegni, ma su un materiale reale, su oggetti fisici…”
In prima materiali poveri come la sabbia o le conchiglie possono diventare validi strumenti di accompagnamento ad altre attività come trovare e riconoscere le lettere che compongono il proprio nome nascoste tra la sabbia.
La manipolazione di materiali e l’esplorazione di situazioni permette di costruire il sapere nella mente rendendo gli alunni e le alunne coinvolti nel processo di apprendimento, capaci di identificare, analizzare criticamente situazioni, idee e strumenti per trovare soluzioni ai problemi. Tutto questo se avviene in modo collaborativo, lavorando in gruppo, per raggiungere un obiettivo condiviso, sviluppa la capacità di ascoltare, comprendere e riutilizzare le informazioni.